«Questi le baby-gang le asfaltano». Così Maria Grazia Boverio, titolare della Caffetteria dell’Ortica, situata di fronte al santuario di Nicorvo, commenta l’invasione pacifica di 42 giovani ciclisti svizzeri della diocesi di Sion, che lo scorso fine-settimana, diretti a Roma lungo la via Francigena, hanno portato una ventata di freschezza nel paesino di 280 anime, dove hanno soggiornato all’Ospitale di San Terenziano e della Madonna del Patrocinio.
LA TAPPA La struttura parrocchiale di accoglienza, fondata da Francesca Grosso e dal marito Gianmario Ruzzoli nel 2006 – quando la comunità era guidata da don Paolo Bernuzzi (ora da don Riccardo Campari) – è gestita dalle volontarie Elisabetta Masserini, Milena Trumellini e Valeria Rapa, aiutate a volte anche da Maria Grazia. I giovani provenienti da Martigny, nella diocesi di Sion, sono guidati da due canonici agostiniani del Gran San Bernardo: don Simone Roduit, ex guardia papale, e don Joseph Voutaz. Un’altra ex guardia svizzera, Martino Lugon-Moulin, è il responsabile delle comunicazioni. «Io e don Simone – spiega Martino – siamo già stati sulla Francigena, a piedi, di ritorno dal servizio militare. È una consuetudine delle guardie svizzere, anche se non un obbligo. Siamo partiti il 18 luglio, e facendo 100 chilometri quotidiani contiamo di arrivare a Roma il 28 luglio, con un solo giorno di riposo a Lucca. In Toscana ci aspetta un dislivello di 1.700 metri, saranno le tappe più dure. Ma è anche lo scopo del nostro viaggio: l’impegno, oltre alla preghiera e alla messa ogni giorno»
Qui ci siamo trovati benissimo, era la quarta tappa. Uno dei due sacrestani ci ha regalato i pomodori del suo orto, e dall’oratorio abbiamo ricevuto chili di riso. Domenica sera è venuto a trovarci anche il sindaco di Nicorvo, Michele Ratti, e questo ci ha colpito.
PELLEGRINI Lunedì il gruppo, scortato da due pulmini con rimorchio, è ripartito per Piacenza. «L’età di questi giovani pellegrini va dai 16 anni in su – racconta Boverio – Si parla tanto di baby-gang, ma questi le fanno dimenticare: al mattino presto, alle 6, recitavano le lodi, quindi facevano l’adorazione eucaristica. E poi la messa, il pranzo insieme, i canti… Insomma una gioia contagiosa. E davanti alla riproduzione della grotta di Lourdes si sono stupiti, non avevano mai visto una chiesa con una grotta così grande di vera roccia». Quello ricavato nell’ex canonica di San Terenziano è uno dei pochissimi ostelli dove sono bene accetti gli animali. Un esempio è rappresentato dal frate francescano Brice Di Dio, che nel suo cammino verso Vercelli ha recentemente trovato ospitalità anche per i suoi compagni di viaggio a quattro zampe: l’asinello Esperance e il cagnolino Stitch, nutriti con fieno e acqua fresca. E il gatto Pistacchio, che sosta spesso davanti alla caffetteria, è ormai diventato la mascotte di Nicorvo. «I pellegrini – racconta Maria Grazia Boverio – vengono soprattutto da Svizzera, Francia e Germania».
Ma anche dal resto del mondo: dal Sud Africa, dalla Corea, anche dalla Cina. Una volta è arrivato persino un ragazzo da Cuba. E tra gli ospiti famosi abbiamo anche il creatore dello smart-walking, Davide Fiz.
MOTIVAZIONE I giovani sono numerosi e molto motivati, ma ci sono anche tanti pensionati. Molti fanno un “percorso di povertà”, e per questo vengono rifocillati gratuitamente. «Due anni fa l’ostello era tutto pieno, ed è venuta una ragazza che, dopo aver passato una bella serata al circolo dell’oratorio, ha dormito nel garage di casa nostra». L’ostello ha quattordici letti, quattro dei quali a piano terra per persone con difficoltà motorie. Inoltre, i pellegrini possono usufruire di una lavatrice e di una cucina attrezzata. Nel 2022 e nel 2023 solo dalla casa di accoglienza sono passate 700 persone. Più del doppio degli abitanti di Nicorvo, che le accolgono e le aiutano sempre volentieri, offrendo loro cibo, vestiario, a volte alloggio. Ma soprattutto amicizia. Perché qui, nonostante arrivino pellegrini da tutto il mondo, nessuno si sente straniero.
Davide Zardo