Un nuovo passo nel percorso sinodale per la diocesi di Vigevano. Si è tenuta lo scorso venerdì 3 ottobre, presso il santuario della Madonna della Bozzola, l’Assemblea diocesana, il consueto appuntamento annuale di riflessione e comunità.
PROGRAMMA Un’occasione in cui il vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni ha avuto modo di illustrare il nuovo programma pastorale 2025/2026, raccolto nel volume “Pastorale dell’impegno sociale”. Il documento propone come tema centrale la riscoperta della partecipazione sinodale alla vita della Chiesa non come semplice servizio “funzionale”, ma come corresponsabilità e discernimento comunitario. Il programma invita le comunità a mettere in pratica la carità attraverso la collaborazione, l’ascolto reciproco e la condivisione dei bisogni, ispirandosi al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa. Ma particolare attenzione sarà riservata anche alle “periferie esistenziali”, povertà materiale e spirituale, salute, famiglie, giovani e disagio educativo, luoghi in cui la testimonianza cristiana è chiamata a farsi più concreta e fraterna.

(foto di repertorio)
RIFLESSIONE Nel corso della serata, monsignor Gervasoni ha continuato la sua riflessione riprendendo il filo dell’anno pastorale precedente, dedicato all’impegno cristiano nella società. «L’agire sociale del credente – ha ricordato – deve essere sempre regolato da una coscienza cristiana». Quest’anno l’attenzione si sposta sul tema della comunità come luogo in cui la sinodalità prende forma concreta. È il “secondo passo” di un cammino che punta a far maturare relazioni di fiducia e corresponsabilità tra laici e clero. Il vescovo ha parlato di dinamica sinodale nell’elaborazione sapienziale. Non semplici regole da applicare, ma esperienze e scelte che nascono da un confronto comunitario capace di leggere la realtà alla luce del Vangelo. Per descrivere questo cammino, monsignor Gervasoni ha richiamato l’icona della manna, l’immagine biblica che rappresenta il popolo in cammino nel deserto (Esodo 16). «La manna costruisce una comunità attorno al bisogno. Non si può edificare una comunità senza riconoscere e condividere il bisogno dell’altro». Nell’esperienza dell’Esodo, il popolo d’Israele non era ancora unito, ma lo diventò lungo il cammino, imparando a fidarsi e a desiderare insieme. Così anche la Chiesa oggi è chiamata a costruire una comunità capace di camminare insieme.
SQUADRA L’équipe sinodale diocesana, per voce di Annamaria Bellazzi, ha delineato le linee operative del nuovo anno pastorale. Dopo un primo ciclo incentrato sul rapporto tra fede e impegno nel sociale, il 2025/2026 sarà “l’anno della comunità”, dedicato alla testimonianza della carità.
Il traguardo – ha sottolineato Bellazzi – è diventare comunità, rafforzando legami di collaborazione, ascolto e fiducia reciproca. Solo relazioni comunitarie buone ci fanno crescere come Chiesa.
CAMMINO Il cammino prevede quattro punti centrali: attuare il programma pastorale del vescovo, vivere la sinodalità come discernimento comunitario, lasciarsi interrogare dal Vangelo nella ricerca del bene comune e coltivare relazioni che facciano maturare una reale dinamica comunitaria. A livello operativo invece l’anno sarà scandito da tappe precise. Si parte con cinque incontri vicariali con il vescovo tra fine ottobre e novembre, dedicati al tema della carità; due incontri parrocchiali a febbraio 2026 per una rilettura “sapienziale” della vita comunitaria e infine un incontro diocesano a marzo per individuare fragilità e potenzialità delle comunità locali, prima di passare alla fase più concreta dell’azione pastorale. L’assemblea si è conclusa con un momento di confronto nei tavoli di lavoro, suddivisi per vicariati, dove i partecipanti hanno discusso luci e ombre del vivere comunitario.