Un’emozione grande: essere nominati dal Papa davanti ai telespettatori di tutta Italia. È quello che è successo a un gruppo di fedeli lomellini in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo, che domenica 9 novembre, dopo l’Angelus di mezzogiorno, si sono sentiti dire da Leone XIV, affacciato al balcone in piazza San Pietro: «Saluto i gruppi parrocchiali di Mede e Cava Manara».
Una cinquantina di persone che guidate da don Renato Passoni (parroco prima a Mede e adesso a Cava) hanno trascorso qualche giorno nella capitale, alla scoperta dei suoi tesori artistici, culturali e spirituali.
Dietro ogni pietra, ogni statua, c’è una storia — racconta il ventenne Manuel Greguoldo, cerimoniere nella parrocchia di Mezzana Corti — ed è stato bello unire la cultura allo spirito, scoprendo chiese come Sn Pietro in Vincoli, che ospita il Mosè di Michelangelo e ha una storia affascinante.
Il gruppo ha visitato la tomba di papa Francesco, attraversando la Porta Santa e ammirando Castel Gandolfo, Santa Prassede e i saloni del Quirinale. Ma he effetto fa essere salutati dal Pontefice davanti a così tante persone? «È stata un’emozione forte — risponde Patrizia Cei, assessore alla cultura del Comune di Mede — così come vedere papa Leone sia da lontano sia sul grande schermo. In quel momento ti senti cittadino del mondo, parte della comunità cristiana in mezzo a tante etnie. Don Renato poi domenica ha concelebrato la messa in San Pietro e questo ci ha coinvolto tutti moltissimo».
Davide Zardo

